Fare la volontà del Padre

La terza domenica di Quaresima ci presenta la samaritana come figura del credente che si converte a Gesù.

Giovanni è un narratore raffinato che lavora su diversi livelli di significato e sull’ironia come strumenti letterari per far accedere i propri lettori alla fede in Gesù Cristo.

 

Il racconto dell’incontro tra Gesù e una samaritana ha come sfondo gli incontri al pozzo che sfociavano in un matrimonio narrati nel libro della Genesi e che riguardano i patriarchi d’Israele.

 

La situazione vede Gesù arrivare a un’ora insolita a un pozzo, insolita perché generalmente il pozzo era frequentato alla mattina o alla sera. Qui siamo a mezzogiorno, l’ora più calda mentre i discepoli sono andati in città a cercare da mangiare.

 

Gesù si ritrova solo con una donna che fa parte di un popolo che non ha rapporti amichevoli con i Giudei a causa di antiche divergenze territoriali, politiche e teologiche.

 

Gesù e la donna si riconoscono subito per quello che sono e a quale popolo appartengono. Alla richiesta di Gesù la donna risponde con una domanda brusca.

 

Qui inizia un dialogo che vede Gesù muoversi come un maestro per scoprire insieme alla donna la verità della vita, di cui egli è il custode, pronto a renderla fruibile a chiunque voglia accostarsi con sincerità di cuore. Non è questione di idee, ma di una relazione viva con lui e con il Padre mediante lo Spirito.

 

Gesù invita la donna a chiedere lei stessa un’acqua viva e deve fare un po’ di fatica per farle comprendere che non si tratta dell’acqua del pozzo, ma di un’acqua spirituale che dà la vita vera, la comunione con il Signore.

 

La deviazione della conversazione sulla questione del marito della donna può sembrare non c’entrare nulla con il resto del dialogo, ma l’adulterio – in Israele – era un chiaro modo per alludere all’idolatria del popolo. E infatti il discorso gira su quale sia il luogo più appropriato per adorare il Signore.

 

Gesù ora inaugura una nuova liturgia: non più in un luogo, ma nel cuore dell’uomo là dove lo spirito e la verità faranno da guida a coloro che cercano il Signore con cuore sincero. Questo perché il Signore è spirito e occorre adorarlo secondo la medesima modalità: in spirito e verità.

 

La donna confessa la sua fede nel Messia che deve venire e Gesù, solo a questo punto, svela la propria verità: Sono io, che è il nome con cui Dio si è presentato al popolo ebraico.

 

Il dialogo viene interrotto a questo punto per far riapparire sulla scena i discepoli che tornano con le provviste e sono meravigliati di Gesù che si ritrova solo con una donna samaritana a discorrere di questioni che riguardano Dio, fatto davvero insolito per l’epoca. Tuttavia si tengono in disparte consapevoli che Gesù è capace di agire in modo nuovo e al di fuori delle convenienze sociali dell’epoca.

 

La donna torna in paese riportando il fatto veramente significativo per lei: mi ha detto tutto quello che ho fatto. L’onniscienza è un attributo di Dio, da qui la domanda: Che sia lui forse il Cristo?

 

Nel frattempo Gesù avvia un dialogo con i discepoli sul cibo. Se con la donna ha parlato di acqua, qui si tratta di cibo vero, quello che dà la vita per sempre, e che Gesù identifica con la volontà del Padre che lo ha inviato. Per Gesù compiere la volontà del Padre è ciò che lo nutre e lo sazia, cioè gli dà vita, orientandola all’amicizia con gli uomini. E’ lui che ha seminato la parola del Signore e i discepoli ne raccoglieranno i frutti, se sapranno anche loro fare la volontà del Padre.

 

Ora giunge l’intero paese da Gesù. E’ bastata la parola di una donna, che pure non aveva una vita cristallina, a convincere tutto il paese a presentarsi da Gesù per verificare se sia lui il Messia oppure no. E sono bastati due giorni di discorsi con Gesù per convincerli, ben più delle parole della donna, che Gesù è il salvatore del mondo.

 

Ascoltiamo anche noi la parola di Gesù che ci invita ad adorare il Padre in Spirito e verità e a fare la sua volontà, così da trovare la vita vera come acqua che zampilla e disseta.

 

 

 23 marzo 2014 - III Domenica di Quaresima - Anno A

  

Giovanni 4,5-42

 

In quel tempo, 5 Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7 Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9 Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.

 

10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

 

13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16 Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17 Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18 Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».

 

19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21 Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24 Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25 Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26 Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

 

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28 La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30 Uscirono dalla città e andavano da lui.

 

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32 Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33 E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34 Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35 Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36 Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37 In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38 Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

 

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40 E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41 Molti di più credettero per la sua parola 42 e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

 

Scritto da Marco Bonarini