La verità del cuore

La liturgia della VI domenica del tempo ordinario è incentrata sulla verità del cuore nella pratica della legge.

Si prosegue nella lettura del discorso del monte (capp. 5-7) con la presentazione, da parte di Gesù, della vera interpretazione della legge di Dio. La legge è importante perché indica la via della vita, ma essa va interpretata secondo il proprio spirito che si trova nella sua lettera. La lettera della legge, infatti, ci guida nella sua comprensione di una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei.

 

Non uccidere non riguarda solo la vita fisica, ma anche la dignità della persona. La relazione con il fratello non può mai far venire meno la sua dignità di figlio di Dio. Non si può giudicare il suo comportamento verso di noi in base ai criteri medici della malattia mentale oppure alla sua presunta scarsa intelligenza. Occorre dare fiducia alla sua capacità di comprendere il bene e il male che ciascuno compie e per questo motivo è possibile andare a riconciliarsi con lui, prima di presentarsi al Signore. Infatti il Signore vuole che viviamo riconciliati tra di noi a motivo del suo amore per ciascuno di noi.

 

L’adulterio è prima di tutto questione di desiderio che abita il cuore e l’occhio che, se non tenuto a bada, si tramuta in azione concreta, corteggiamento e poi relazione amorosa. La storia di Davide con Betsabea (1Sam 11) è emblematica a questo riguardo.

 

Cavarsi un occhio o tagliarsi una mano, piuttosto che finire nella Geenna, cioè nell’inferno, è una metafora che aiuta a comprendere quanto sia importante un taglio netto con il peccato, per preservare un cuore puro e fedele all’amore della propria moglie o marito.

 

Non c’è motivo di separarsi dal coniuge se non a causa del tradimento consumato. Relazionarsi con chi è diverso, tanto più se è il coniuge con cui si condivide la vita, non è mai facile, ma richiede un grande amore e un grande rispetto della dignità dell’altro. E’ un cammino che non si conclude mai e che può vedere difficoltà, oltre che gioie. Richiede sempre una conversione vicendevole, alla storia e alla vita dell’altro, che nasce dall’amore per l’altro e che diventa rispetto della sua dignità, dei suoi desideri buoni di vita e di aiuto per superare gli egoismi e le chiusure.

 

Infine Gesù richiede una parola vera sempre, perché la verità della parola non viene da colui alla quale la si riferisce, ma dalla verità di colui che la pronuncia. Ognuno è responsabile della propria parola, sempre. Per questo è importante parlare con semplicità di cuore e con umiltà, perché il parlare furbo o la menzogna è una tentazione che viene dal demonio. Non si può dare autorevolezza alla propria parola coinvolgendo Dio, se non avendo una parola vera e misericordiosa come quella di Gesù.

  

16 febbraio 2014 - VI Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

 

Matteo 5,17-37

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17 «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. 18 In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto.

 

19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.

 

Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché 20 io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

 

21Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non uccidere"; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.

 

23Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. 25 Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!

 

27 Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; 28 ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

 

29Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. 30 E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.

 

31Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio"; 32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

 

33 Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; 34 ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; 35 né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. 36 Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37 Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».

 

Scritto da Marco Bonarini