Le malattie professionali uccidono più degli infortuni

Ad aprile è stata presentata la ricerca curata da Ispo per conto del Centro Patronati (Cepa) di cui fanno parte – Patronato Acli, Inas, Inca, Ital - sul tema “Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri”.

Dallo studio emerge un quadro allarmante sulle malattie professionali su cui non solo il 60% dei lavoratori stranieri ma anche il 30% di quelli italiani hanno le idee poco chiare e a non conoscono i propri diritti.

 

Le malattie professionali uccidono quanto e più degli infortuni, ma la scarsa consapevolezza di questa realtà fa del lavoratore una potenziale vittima. Siamo in presenza di un elevato numero di morti invisibili, che spesso restano prive di spiegazione per quanto riguarda la loro origine.

 

Lo studio rileva che 7 italiani su 10, contro 4 stranieri su 10, hanno indicato correttamente il significato di malattia professionale. Tra gli stranieri più consapevoli troviamo chi ha un titolo di studio più elevato, chi è in Italia da più tempo, chi proviene dall'America centro-meridionale o dall'Europa centro-orientale e chi risiede nel Nord-Ovest. Minore consapevolezza tra i più giovani, i meno istruiti, i cittadini provenienti dai Paesi asiatici e chi risiede nel Sud o Isole.

 

Gli stranieri hanno più fiducia degli italiani verso tutti gli attori che si occupano di salute e lavoro (eccetto che verso i consulenti). La maggiore fiducia viene accordata al medico di base, sia da parte degli stranieri che da parte degli italiani. Al secondo posto si trovano i patronati: 7 stranieri su 10 e 6 italiani su 10 dicono di fidarsi di loro. Questo dato conferma ancora una volta come i patronati siano considerati una risorsa a disposizione dei lavoratori sia sul piano della tutela delle malattie professionali che dei diritti più in generale. Rappresentano un punto di riferimento essenziale sia per i lavoratori italiani che per quelli stranieri.

 

Forse quando si decide di tagliare ulteriormente le risorse destinate a questi enti, risorse che di fatto derivano dai contributi dei lavoratori, bisognerebbe considerare il servizio che i Patronati svolgono verso la tutela dei diritti dei cittadini. Senza tener conto delle difficoltà di una situazione ormai diventata cronica, che vede una graduale contrazione dell’azione dell’Inps.