Riconoscere la voce di Gesù

La quarta domenica di Pasqua ci presenta Gesù buon pastore che protegge il gregge dai ladri.

Giovanni, nei tre capitoli precedenti il nostro brano, ci mostra Gesù che sale a Gerusalemme per la festa delle capanne e le controversie che ha con i farisei e gli scribi. In particolare nel capitolo immediatamente precedente Gesù guarisce un uomo cieco dalla nascita e c’è discussione sull’origine del suo potere: esso viene da Dio oppure dal demonio, come verrà ripreso alla fine di questo discorso (Gv 11,19-21).

 

Gesù ora usa una parabola per parlare di sé e della sua missione. La parabola ha la funzione di coinvolgere chi la ascolta in un racconto così che possa prendere una decisione importante per la sua vita.

 

Gesù dunque presenta un ovile che ha una porta, il gregge e due personaggi: un brigante e un pastore. La questione di cui si tratta è quale voce ascoltano le pecore. La credibilità della voce dipende se colui che parla entra dalla porta oppure scavalca il recinto.

 

I farisei non comprendono questa parabola che li riguarda direttamente: sono loro che devono decidere quale voce ascoltare, ma non sanno decidersi di fronte alla novità della parola di Gesù che, guarendo il cieco, ha sciolto il legame tra peccato e malattia, come abbiamo meditato nella quarta domenica di quaresima.

 

Gesù dunque riprende la parola e cambia parabola. Egli non si presenta più solo come pastore (come farà al versetto successivo al nostro brano), ma come anche la porta attraverso cui si accede alla parola vera che viene da Dio.

 

La differenza tra lui e il ladro è che il ladro si vuole portare via le pecore e lasciare morte e distruzione, mentre Gesù è venuto perché tutti abbiano la vita con abbondanza, come ha mostrato guarendo il cieco dalla nascita e liberandolo anche dal peccato.

 

Anche noi siamo chiamati a prendere posizione a riguardo a questo dono gratuito di Gesù: la grazia della salvezza della vita che attraverso di lui ci rende presente Dio.

 

 

11 maggio 2014 - IV Domenica di Pasqua - Anno A

 

Giovanni 10,1-10

 

In quel tempo, Gesù disse:

 

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.

 

3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4 E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

 

6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

 

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.

 

10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

 

Scritto da Marco Bonarini