Gesù vuole smuovere il nostro cuore

La liturgia della XV settimana del tempo ordinario ci invita a meditare il mistero delle vie del Signore che chiedono un cuore pronto ad accogliere la novità del suo operare nella storia.

Il capitolo 13 del vangelo di Matteo è dedicato al racconto delle parabole sul regno di Dio.

 

Gesù è consapevole di quanto sta accadendo intorno alla sua predicazione. Egli riconosce che il cuore del popolo cui si rivolge è «diventato insensibile». Egli vede che la sua predicazione viene ascoltata, ma non compresa, viene guardata con attenzione, ma non vista con sincerità di cuore.

 

Per questo deve parlare in parabole. Esse sono un artificio del discorso che ha come scopo quello di catturare, con un detto a carattere sapienziale, l’attenzione dell’interlocutore affinché possa coinvolgersi con tutto se stesso nel discorso e prendere così una decisione.

 

Infatti, chi di noi non si identifica con il terreno buono che dà molto frutto? Se vogliamo essere questo buon terreno, non dobbiamo fare altro che ascoltare la Parola che viene da Gesù e comprenderla, lasciando da parte il Maligno, l’incostanza, le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza.

 

Questi sono i veri ostacoli, di cui dobbiamo comprendere come si manifestano concretamente nella nostra vita quotidiana. Se ascoltiamo questa parola e la comprendiamo allora la nostra vita si troverà davanti uno spazio infinito per agire. E la prima azione è quella di cercare il regno di Dio e la sua giustizia (Mt 6,33, che si trova al centro del discorso delle beatitudini), così che ciò di cui si ha bisogno per vivere, verrà dato da Dio in aggiunta.

 

I cristiani sono coloro che hanno accolto questi misteri del regno di Dio, perché hanno compreso la parola di Gesù. Per questo sono nell’abbondanza della vita. I loro occhi si sono aperti e le loro orecchie pure. Ma come tutti rischiano di ritornare ciechi e sordi, se non si mantengono attenti ad ascoltare la parola di Gesù.

 

Gli altri invece devono ancora passare attraverso la fase dell’accecamento e della sordità per poter essere guariti, perché questo è il desiderio di Dio. La guarigione è quell’evento che fa ritrovare la vita buona e sana, e si è consapevoli di colui che ci ha guarito, quel medico che ci ha dato la medicina adeguata al nostro male.

 

Così è Gesù che ci dà la sua parola sotto forma di parabole, perché tutti possano accedere al mistero del regno che viene e di cui dobbiamo andare in cerca e, trovatolo, dare tutto noi stessi per accoglierlo, come narrano le parabole successive che leggeremo domenica prossima.

 

Chi vede e ascolta è beato, perché ha compreso che deve vivere con Gesù per agire come Gesù. Questa è la felicità che deriva dall’ascolto attento della parola di Dio, felicità che nasce dalla sapienza della vita che si va acquistando man mano che si entra nel mistero del regno di Dio.

 

 

 

13 luglio 2014 - XV Domenica Tempo Ordinario - Anno A

 

Matteo 13,1-23

 

1 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2 Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

 

3 Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5 Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6 ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7 Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8 Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9 Chi ha orecchi, ascolti».

 

10 Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11 Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12 Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13 Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.

 

14 Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

 

“Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.

 

15 Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

 

sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,

 

perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi

 

e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.

 

16 Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17 In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

 

18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

 

Scritto da Marco Bonarini