La sapienza dei piccoli

La liturgia ci presenta Gesù re mite e umile, che ci impone il giogo leggero dell'amore vicendevole e del perdono.

Siamo nella terza delle cinque sezioni del vangelo di Matteo, quella che riguarda il mistero del regno dei cieli. Questa sezione si apre con la domanda dei discepoli di Giovanni Battista che, incarcerato, li invia da Gesù per chiedergli se fosse lui il Messia atteso. Segue il giudizio di Gesù sulla sua generazione che non sa riconoscere né in Giovanni Battista un profeta, né in lui il Messia.

 

Ora Gesù si rivolge al Padre, aprendo una finestra sul processo storico che sta avvenendo e compiendo così una azione profetica. Gesù svela, sotto forma di preghiera al Padre, che il mistero del regno di Dio è stato rivelato ai piccoli, mentre i sapienti non riescono a comprendere quanto sta accadendo, perché hanno il cuore chiuso alla novità che viene da Dio.

 

La via per conoscere il mistero del regno di Dio è Gesù stesso che rivela il volto del Padre, la sua misericordia e la sua giustizia, a chiunque lo desidera accogliere con cuore sincero.

 

Infatti la condizione per accogliere il regno di Dio non è quella della perfezione di vita, impossibile agli uomini che sono peccatori, perché si fidano più delle parole del maligno che di quelle di Dio (cfr. Gen 3, il peccato di Adamo ed Eva).

 

Per accogliere il regno di Dio bisogna accostarsi umili e fiduciosi che il peccato non è un ostacolo insormontabile per Dio che vuole farsi vicino a coloro che ha creato per la vita.

 

Il giogo cui allude Gesù è quello della legge dell’amore e del perdono, che solo chi è mite e umile di cuore, come Gesù, può dare per ristorare chi è immerso nella fatica del vivere, chiunque egli sia.

 

La legge dell’amore per Dio e per il prossimo come se stesso, infatti non è una legge che opprime e uccide, come accade invece con il legalismo, perché è una legge che chiama alla libertà e alla creatività dello Spirito, che cerca vie nuove per il bene comune e per ciascuna persona.

 

 

 

6 luglio 2014 - XIV Domenica Tempo Ordinario - Anno A

 

Matteo 11,25-30

 

25In quel tempo Gesù disse:

 

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

 

28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

 

Scritto da Marco Bonarini