Fare il bene e lasciare il male

Il messaggio di questa domenica è un invito a comprende il senso del giudizio di Dio.  

La minaccia del castigo è un invito alla conversione, come in tutte le parabole che parlano del regno di Dio e della sua giustizia.

La parabola della zizzania ci avverte che oltre a Dio c’è anche il maligno che opera nel mondo. La strategia dell’uomo sarebbe quella di estirpare il male, ma così facendo si rischia di estirpare anche il bene, perché si usa violenza per estirpare la violenza (cfr. Gal 6,7ss), mettendosi allo stesso livello della violenza, mentre occorre sempre fare il bene.

 

Gesù prosegue con le parabole del regno per evidenziarne due altri caratteri: la piccolezza iniziale e la capacità di fermentare la storia mescolandosi con la vita quotidiana.

 

Gesù non parla in parabole alla folla in modo da poterla guarire, come abbiamo visto domenica scorsa, ma per rivelare ciò che era nascosto. C’è qui la rivelazione della logica del regno di Dio che è espressa in parabole, ed è Gesù stesso che ci dà la chiave per comprenderle.

 

Prima ha spiegato la dinamica dell’accoglienza della parola di Dio nel cuore umano, adesso affronta la fatica dell’uomo di fronte a ciò che sembra smentire la bontà di Dio, cioè il fatto che la violenza continua ad essere presente nella storia dell’umanità.

 

Dobbiamo pazientare con Dio fino alla fine del mondo perché il male venga eliminato dalla storia. Accettare questa logica del regno di Dio ci aiuta a diventare sapienti della vita e amanti del bene. Infatti la presenza del male non ci abilita a compiere il male e ad usare la violenza, neanche per estirparla, solo per arginarla e fare in modo che non dilaghi. Così fa Dio e chiede a noi di fare lo stesso.

 

Chi compie le opere di Dio splenderà come sole nel regno di Dio, mentre chi compie il male sarà gettato nel fuoco eterno per scomparire definitivamente dalla scena del mondo. Questo è un invito alla conversione, a scegliere la via della vita e non della morte, così che quando il Signore verrà ci troverà pronti ad accoglierlo, perché con il cuore avremo già fatto comunione con la logica del suo regno.

 

 

 

20 luglio 2014 - XVI Domenica Tempo Ordinario - Anno A

 

Matteo 13,24-43

 

In quel tempo, 24 Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28 Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29 “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».

 

31 Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32 Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». 33 Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». 34 Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

 

«Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

 

36 Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37 Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38 Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40 Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43 Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

 

Scritto da Marco Bonarini