I BAMBINI NON PERDONANO. Che fine ha fatto l'infanzia al tempo del coronavirus

Prosegue il ciclo di incontri “Un ponte nella città“ promossi dalle Acli Provinciali di Lecco con un evento on-line sul tema del disagio dei giovani e delle famiglie alle prese con la DAD e le difficoltà legate al coronavirus.

Martedì 27 aprile 2021,  alle ore 21.00, si terrà in videoconferenza la presentazione del volume “I bambini non perdonano. Che fine a ha fatto l’infanzia al tempo del coronavirus”, a cura di Vanessa Niri, coordinatrice pedagogica nell’ambito di progetti di contrasto alle povertà educative, curatrice della rubrica su scuola, infanzia, adolescenza, genitorialità e pedagogia sulla piattaforma Wired.it.

 

Interverrà all’incontro Chiara Saraceno, sociologa, studiosa dei temi legati alla famiglia, alla questione femminile, alle povertà e politiche sociali e Maria Grazia Nasazzi, Presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese.

 

L’evento sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube di Edizioni Terra Santa, accedendo attraverso il seguente link https://youtu.be/dW6o2Hqa1OI, oppure collegandosi alla pagina facebook di Edizioni Terra Santa.

 

La serata è promossa dalle ACLI PROVINCIALI DI LECCO APS, in collaborazione con Edizioni Terra Santa, con il patrocinio del Comune di Lecco.

 

Interverranno anche Mauro Gattinoni, Sindaco di Lecco e Giuseppe Caffulli, Direttore Edizioni Terra Santa. Introduce e modera la serata Gerolamo Fazzini, giornalista, scrittore e autore televisivo.

 

L’analisi che svolge Vanessa Niri è impietosa e preoccupante. L’Italia non è solo un Paese dove nascono sempre meno bambini, è anche un Paese dove atteggiamenti e preoccupazioni contrastanti convergono nel sottovalutare i bisogni dei più piccoli e di chi è in crescita. Questo atteggiamento si è accentuato durante il periodo di confinamento in casa, legato alla pandemia del coronavirus. Si stima che circa il 20% di studenti non hanno ricevuto nessuna offerta didattica per mancanza di connessione digitale. Questa percentuale non riguarda trasversalmente tutto il territorio nazionale e tutti i ceti, ma è fortemente concentrata nelle aree e tra gli studenti dei gruppi sociali in condizioni economiche e culturali più modeste. Anche la scuola, la sua chiusura e sostituzione con lezioni a distanza, è stata un potente fattore di disuguaglianza sociale. 

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